Availability: Poetici ale romanului european reflectate în critica românească postbelică

Poetici ale romanului european reflectate în critica românească postbelică:

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Main Author:	Axinte, Şerban 1976- (Author)
Format:	Book
Language:	Romanian, Moldovan
Published:	Bucureşti Ed. Muzeului Naţional al Literaturii Române 2013
Series:	Colecţia Aula Magna
Subjects:	Geschichte 1945-1960 Literaturkritik Roman Literatur Europa Rumänien
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Item Description:	Zsfassung in ital. Sprache u.d.T.: Riflessi delle poetiche del romanzo europeo nella critica romena postbellica
Physical Description:	184 S.
ISBN:	9789731671178

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adam_text	ADDENDA Riassunto Riflessi delle poetiche del romanzo europeo nella critica romena postbellica II presente lavoro, Riflessi delle poetiche del romanzo europeo nella critica romena postbellica, si propone di mostrare in che modo, nel panorama romeno, siano state accolte le istanze di rinnovamento e sviluppo del più popolare e significativo genere letterario. Abbiamo concentrato la nostra attenzione sul periodo di tempo compreso tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni '80, quel momento in cui la generazione sessantista, al suo apogeo, intersecava le propria direttrice con quella ottantista, la quale avrebbe continuato ad esistere, radicalizzando il processo di modernizzazione del romanzo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel momento in cui la teoria dell'opera d'arte andava costruendosi su basi ideologiche, la teoria del romanzo si riduceva soltanto alla rivendicazione, da parte dei più, di alcuni principi che, nonostante la pretesa di assumerli ad universali assoluti delľarte romena, non ebbero altro effetto se non quello di aumentare lo scarto tra l'idea di arte e quella di romanzo, il quale si conformava ali'"estetica" del realismo socialista. Verso la metà degli anni '60, dunque, la critica letteraria romena sperimentava la propria crisi. Una crisi al cui parziale superamento aveva essa stessa contribuito attraverso la riscoperta dei propri mezzi. Proprio per questo motivo, la "sincronizzazione" con il passato da essa avviata non si poté risolvere in un ritorno nel punto in cui si era determinata la rottura. Il discorso critico conobbe un'evoluzione, un'attualizzazione, sebbene non si rosse operato precipuamente in questa direzione. Almeno cosi sembrava. Tuttavia, ai più grandi critici romeni postbellici si rimproverò di non aver ------------------------------------------ 176------------------------------------------ importato le teorie, і metodi e і sistemi che, in quel periodo, erano in voga in Occidente. In realtà non si può parlare di un vero e proprio rifiuto da parte loro. Le teorie, і metodi e і relativi sistemi furono assimilati. Ma senza fanatismo. Ciò che abbiamo dimostrato nel presente lavoro è proprio il modo in cui è avvenuta tale assimilazione. A tal fine, abbiamo preliminarmente identificato le posizioni critiche e teoriche attraverso le quali il romanzo romeno è riuscito a ricusare l'ingerenza del professato "pensiero prigioniero" . Per quanto riguarda la critica letteraria sessantista, ne abbiamo abbozzato la natura, soffermandoci sulle due componenti attraverso le quali essa ha preso consistenza, prestanza e legittimazione: il modello interbellico posto in relazione con і nuovi metodi e le nuove discipline europee, considerando il contributo da essi offerto per un ampliamento spettrale del concetto stesso di letterarietà. Abbiamo poi illustrato il processo di attualizzazione di molte di quelle teorie che erano state elaborate, nel periodo interbellico, da personalità del calibro di Eugen Lovinescu, Garabet Ibrăileanu o George Călinescu. Abbiamo dimostrato come queste siano state parzialmente risemantizzate, accogliendo le modifiche che si rendevano necessarie in un contesto storico-culturale certamente diverso da quello che ne aveva visto la nascita. Un dato di cui abbiamo constatato la fattualità è la disamina alla quale si sottopongono reciprocamente і modelli sessantisti, quello romeno interbellico e quello europeo. La critica romena postbellica ha moltiplicato le proprie prospettive e le proprie possibilità, sotto l'influenza dei metodi e delle discipline europee, da essa integrati in modo dialettico, senza una completa adesione, ma attraverso una griglia d'analisi antì-dogmatica. Questo nuovo tipo di critica - lungi dal voler determinare una rottura, rigettando і modelli preesistenti, in virtù di eventuali velleità radicalizzanti - costruisce la propria scala di valori cercando di stabilire un equilibrio, scegliendo la via dell'inclusione; ciò che si avverte è piuttosto la necessità di un completamento, di un mutamento di prospettiva che permetta di volgere lo sguardo, in modo simultaneo, al passato e al presente. 177 I capitoli Gli stereotipi dell'innovazione radicale e 11 rinnovamento del romanzo di costruzione classica si concentrano su due importanti momenti, durante і quali, in ambito romeno, si riaccende il dibattito sul romanzo del dopoguerra. II primo, quello sviluppato attorno al Nuovo romanzo francese, all'epoca suscitò un forte interesse, forse in virtù della sua apparente impronta sovversiva, che non trovava però riscontro nella realtà: esso si rivelò, infatti, totalmente inoffensivo nei confronti dell'apparato politico romeno. A nostro avviso, II nuovo romanzo rappresenta di per sé una metafora, per le stesse possibilità del genere romanzesco di moltiplicare le sue prospettive e di generare una propria realtà specifica. Proprio per questo motivo, le discussioni sviluppatesi attorno al Nuovo romanzo si sono dimostrate utili per la letteratura romena. Indipendentemente dal fatto che tali teorie siano state apprezzate о meno, non si può non riconoscere Timportante effetto emulativo da esse determinato, nell'ottica di una modernizzazione del pensiero teorico, che avrebbe dunque lasciato il proprio segno anche sulla produzione artistica del romanzo. Il secondo importante momento di discussione sul romanzo del dopoguerra è stato stimolato dall'inchiesta Perché abbiamo il romanzo? ospitata sulle pagine della rivista "Caiete critice" nel 1983. Un'indagine che noi abbiamo pensato di arricchire, ponendola in relazione con altri dibattiti che andavano allora sviluppandosi attorno al medesimo tema. Le intuizioni teoriche di alcuni critici, quali Nicolae Manolescu, Eugen Simion, Lucian Raicu e Paul Cornea ci hanno portato alle seguenti conclusioni. La presenza del corinzio nel modello tripartito di Nicolae Manolescu, l'inserimento, dunque, in una struttura stabile di alcuni nuclei di dissidenti, definisce l'algoritmo del realismo finzionale, quello che garantisce l'esistenza e il continuo rinnovamento delle forme romanzesche. Eugen Simion sintetizza la poetica del nuovo romanzo francese e quella del nuovo nuovo (ulteriormente nuovo) romanzo francese, riuscendo, al di là del semplice riflesso di alcune teorie, a stabilire і principi di evoluzione, di rinnovamento/'riciclo" del romanzo, principi che hanno alla base delle "idee vecchie". Sarà dunque possibile accettare tutte le impurità, le ------------------------------------------ 178 ------------------------------------------ derapate, le infrazioni, a condizione, però, che esse passino definitivamente nel romanzesco: così come ľesperienza del caos dell'esistenza è capace, non tanto di renderla anemica, quanto piuttosto di soffonderla, il romanzo si dimostra, oltre ogni altra possibile determinazione, una sintesi tra creazione e percezione. Per Lucian Raicu, ľidea-shock o ľ "incrinatura" biografica, intorno alle quali si cristallizza l'opera narrativa, modificano la persona dell'autore, ma anche quella del recettore. Nel mezzo vi sarebbe un transfert di essenze. Il lettore segue un percorso epico, entra in contatto con l'eterno presente dell'autore, vive nel presente dell'opera, che si impone all'attenzione di colui il quale riesce a liberarsi dei dati "obiettivi" della vita di colui che legge. La tridimensionalità - definita dall'istanza autoriale, dal contenuto stesso dell'opera e dall'istanza recettiva - permette al romanzo di "fissare" la propria identità all'interno di parametri flessibili, in quel suo imprevedibile cambiamento che rende elastica la stessa distanza tra il genere prossimo e la differenza specifica. Allora, proprio quando ricorre alle formulazioni più tipiche, Lucian Raicu lo fa in vista della loro eliminazione dal canone comune di comprensione, per illustrare fenomenologicamente le potenziali virtù e la capacità di virtualizzazione della tipicità. Abbiamo preso in considerazione anche la visione del romanzo proposta da Mirela Roznoveanu nella sua sintesi Civilizaţia romanului. O istorie a romanului de la Ramayana la Don Quijote (La civiltà del romanzo. Una storia del romanzo dal Ramayana a Don Chisciotte), uno studio nei confronti del quale molti recensori hanno manifestato la propria reticenza, a fronte del considerevole ampliamento dei confini del genere romanzesco, il quale, secondo la ricercatrice, comprenderebbe molti dei testi fondanti della cultura universale, quali il Ramayana, II libro dei morti, l'Iliade e il Vecchio Testamento. La teoria in sé, quella dell'epico superiore architetturato, si dimostra in parte vulnerabile. In ogni caso, però, Mirela Roznoveanu è certamente riuscita a creare un enorme background del romanzo, capace di irradiarsi sulle forme romanzesche così come esse sono in genere accettate. Una civiltà, dunque, verticale, non soltanto orizzontale. 179 Abbiamo poi presentato il modo attraverso il quale Paul Cornea sviluppa ľidea che il romanzo funzioni come un " simulacro dell'esistenza sociale", sostenendo che la sociologia della letteratura ha l'obbligo di non eludere lo specifico artistico, poiché la mediazione estetica è davvero capace di esprimere in modo fecondo e stimolante le interferenze tra realtà fittizia e realtà reale. Abbiamo visto come alla base della mediazione estetica si ponga quel profondo anti-dogmatismo che noi abbiamo posto in relazione con la presenza inclusiva, così come essa è andata definendosi nel percorso intrapreso all'interno del presente studio, ovvero attraverso l'accumulazione di "nuclei dissidenti" (eteromorfi), і quali garantiscono l'esistenza e il continuo rinnovamento delle forme romanzesche. Entrambe si sorvegliano e si sottopongono reciprocamente ad un perpetuo esame. 180 Cuprins ARGUMENT .!.9 POETICI ALE ROMANULUI EUROPEAN. O PRIVIRE SINTETICĂ .17 Discursul teoretic al romanului .17 Romanul şi adevărurile alternative .18 Romanul, o identitate plurală .22 Romanul, obiect închis, obiect deschis .25 Contradicţia şi manifestarea potenţialităţii .26 CONDIŢIA ROMANULUI ŞI „PREDICATELE" REALISMULUI-SOCIALIST .30 Moartea romanului .30 Teorie şi ideologie .32 Funcţiile ideologiei .33 Definiţii prospective .36 Realismul-socialist şi experienţa discursului oblic .38 O moarte clinică .40 CONCEPTUL POSTBELIC DE CRITICĂ LITERARĂ .41 „Sincronizarea" cu trecutul .41 Spre un nou „câmp de constituire şi validitate" .42 Funcţia explicativă şi efectul analizei .43 Viaţa deschisă a operelor .46 Opera de creaţie critică .48 Refuzul de sine şi conştiinţa critică .50 Invariabilele diversităţii .52 Clarificarea conceptuală continuă .53 De la capăt, dar nu din acelaşi punct .57 „STEREOTIPIILE" ÎNNOIRII RADICALE .58 „Un fenomen contradictoriu" .58 Conformismele radicalităţii .63 Negaţia radicală, cealaltă faţă a realităţii tangibile .64 Privirea creatoare .65 O breşă într-un sistem închis .67 ISPITA ROMANULUI DE A NU EXISTA .68 O voce de departe .68 Psihologia şi „snobismul complexelor" .69 Apariţia artistului inteligent .70 „Aventura în ininteligibil" a romancierului modern .71 „Efigia, chintesenţa şi grimasa" .72 CONSTRUCŢIA ŞI DESTRUCŢIA TURNULUI BABEL .73 Anchete despre roman în perioada postbelică .73 Iluzia cea mai cuprinzătoare .75 O perspectivă prismatică .76 Pasiunea pentru realitate & rezistenţa la cotidian .77 împotriva ideologiei .79 Respingerea esopicului & forţa speculativă intelectuală .81 Adâncimea viziunii & pregnanţa realistă .82 Romanul, o dinamică fluidă şi multiformă .82 Romanul, o libertate controlată .84 Autenticul uman & adevărurile artei .85 Lărgirea limitelor şi receptarea emulativa .86 O viziune integratoare asupra lumii .87 Infidelitatea faţă de modele, dezordinea fertilă .88 O „acumulare în planul evenimentelor şi al meditaţiei" .89 Antimemorie şi romanesc .90 Ieşirea romanului din elementar şi resurecţia realismului .91 Lărgirea frontierelor realului .92 Romanul, disimulare a confesiunii .93 Multiplicarea semantică a realităţii .95 Cititorul, coautor .96 Obsesia politicului .97 „Lumea organică" descifrată în evenimente .99 NICOLAE MANOLESCU ŞI ALGORITMUL REALISMULUI FICTIONAL .102 „Un mod de participare la cotidian" .102 Disponibilităţile latente ale operelor şi căutarea modelului unificator .103 Un model tripartit .105 Contestaţiile şi justificările modelului .107 Teoria ficţiunii realiste .110 EUGEN SIMION ŞI MEDIEREA CONTRARIILOR .112 Adevărurile prealabile .112 Principiul medierii între două poetici contrastive .113 Infracţiunile romanului, un principiu de evoluţie .116 Accesul la „totalitatea fiinţei" .119 LUCIAN RAICU ŞI IDENTITATEA TRIDIMENSIONALĂ A ROMANULUI .122 Critica operei posibile .122 Primejdia unilateralităţii şi posibilitata digresiunilor .124 Echilibrul între „idee" şi „experienţă" .126 Virtuţile potenţiale ale tipicităţii .127 CIVILIZAŢIA ROMANULUI ŞI TEORIA EPICULUI SUPERIOR ARHITECTURAT .129 Genul, o serie deschisă .130 Peripateia, particula romanului .131 O sinteză a sintezei .132 Ecuaţia totalităţii .135 PAUL CORNEA. O PERSPECTIVA SOCIOLOGICA ASUPRA ROMANULUI .136 De ce sociologia romanului? .136 Persistenţa istoricităţii .136 Cele trei modalităţi ale tranzitivităţii .137 Statutul social al textului .138 Statutul socialului în text .142 Medierea estetică .144 NAŞTEREA EPICULUI DIN SPIRITUL „RUPTURII" .145 Poetica personajului secundar .145 „Ruptura", sursă a epicului .146 Utopia tangibilă .148 DUMITRU ŢEPENEAG ŞI POETICA ROMANULUI ONIRIC .150 Realităţi în coliziune .150 Criteriul oniric .152 Raţionalitatea onirismului .153 CONCLUZII .157 BIBLIOGRAFIE SELECTIVĂ .165 Istorii ale literaturii, dicţionare .172 Anchete cercetate .173 Articole cercetate .174 ADDENDA RIASSUNTO .176 SOMMARIO .181 8
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